Le indecenti parole pronunciate da Attilio Fontana, candidato della Lega Nord alla presidenza della Lombardia, ci ricordano – per l’ennesima volta – che è necessario discutere apertamente delle questioni che più vengono maltrattate nel dibattito pubblico. E che sono necessarie politiche pubbliche conseguenti, rigorose, aderenti con la realtà, e non con fantomatici principi di esclusione (razziale o etnica che sia) che, andando al fondo, si fondano sull’assunto della proprietà esclusiva del piccolo fazzoletto di terra dove siamo nati e che abitiamo. «Aiutiamoli a casa loro» è uno slogan che – per quanto condivisibile nelle intenzioni, se sincere – si colloca all’interno di questo schema: c’è una casa loro e c’è una casa nostra. Da lì non bisogna spostarsi.
La prossima settimana, in provincia di Varese, discuteremo di questo.
Lunedì 22 gennaio alle 21 a Saronno, ospite dell’«Università delle migrazioni», cercherò di riflettere, assieme all’instancabile Roberto Guaglianone, sul ruolo svolto dalle Ong nel Mediterraneo.
Giovedì 25 gennaio alle 21 a Cardano al Campo, invece, parleremo di «Vecchi fascismi, nuovi razzismi» insieme a Gennaro Gatto (Osservatorio nuove destre) e Marco Sommariva (avvocato), ospiti di Liberi e Uguali.
E se pensate che parliamo solo di immigrazione, beh, no, non è così. Parlare dei diritti umani più basilari vuol dire parlare dei diritti di tutti, di tutti noi: il miglior antidoto al ritorno dei periodi bui.