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#Antifa “stroncato” dal Corriere? Una necessaria risposta e un invito alla lettura – A filo d'erba

A filo d'erba

di Stefano Catone

#Antifa “stroncato” dal Corriere? Una necessaria risposta e un invito alla lettura

Sarebbe così confortevole, per noi, se qualcuno si affacciasse sulla scenda del mondo e dicesse: “Voglio riaprire Auschwitz, voglio che le camicie nere sfilino ancora in parata sulle piazze italiane!”. Ahimè, la vita non è così facile. L’Ur-Fascismo può ancora tornare sotto le spoglie più innocenti. Il nostro dovere è quello di smascherarlo e di puntare l’indice su ognuna delle sue nuove forme – ogni giorno, in ogni parte del mondo.

Le parole che avete appena letto sono scritte nel libro che cito di più quando presento «#Antifa – Dizionario per fare a pezzi, parola per parola, la narrazione fascista». Si tratta de «Il fascismo eterno», di Umberto Eco, con il quale l’autore individua alcune caratteristiche tipiche di tutti i fascismi, che stanno molto più in profondità di Auschwitz e delle camicie nere. Caratteristiche quasi prepolitiche, che trovate riassunte qui, in un articolo che Giuseppe Civati riprende proprio per costruire la voce “Fascismo” del nostro Dizionario.

Come potete facilmente intuire, formazioni dichiaratamente neofasciste e neonaziste saltano a piedi pari il “fascismo eterno” e si collocano già nel fascismo esplicito e politico. Quello delle camicie nere e del saluto romano, appunto: sono dichiaratamente e apertamente fasciste, lo rivendicano.

In #Antifa ci disinteressiamo completamente di queste formazioni, perché quello che ci interessa, invece, è il sentimento prepolitico e culturale dilagante, che spesso assume le caratteristiche individuate da Eco, e che ha imposto nel linguaggio comune alcune espressioni che ci sembrano neutrali, ormai, ma che in realtà non lo sono, e sono anzi violentissime. Pensate alla “sostituzione etnica”, che quindi tende a giustificare la pulizia etnica.

Per questo motivo ho letto con un certo stupore la recensione apparsa su La Lettura (inserto culturale del Corriere della Sera) a firma di Antonio Carioti, nella quale si sostiene che il richiamo all’antifascismo militante operato da #Antifa, «pur di dare consistenza al fantasma del “fascismo eterno”, attribuisce un’importanza spropositata a gruppi come Forza Nuova e Casa Pound, il cui rilievo resta “sostanzialmente marginale e sottoculturale”».

Casa Pound non viene mai citata in #Antifa. Forza Nuova viene citata una sola volta, nella voce «Gender», per descrivere la rete di relazioni tra la galassia dell’estrema destra e i sostenitori della “teoria gender”, una parola d’ordine della quale tutto si può dire ma di certo non che sia “marginale e sottoculturale”. «L’Ur-Fascismo – ricordiamo cosa scriveva Eco – può ancora tornare sotto le spoglie più innocenti. Il nostro dovere è quello di smascherarlo e di puntare l’indice su ognuna delle sue nuove forme». Il caso della “teoria gender” e dei legami con Forza Nuova ne è la rappresentazione perfetta.

Un’altra rappresentazione perfetta è la teoria del “Complotto”. Scrive sempre Eco:

… gli unici che possono fornire una identità alla nazione sono i nemici. Così, alla radice della psicologia Ur-Fascista vi è l’ossessione del complotto, possibilmente internazionale. Il modo più facile per far emergere un complotto è quello di fare appello alla xenofobia.

Il complotto, che un tempo si chiamava “Affare Dreyfus” o “Protocolli dei Savi di Sion” ha preso ora la forma del “Piano Kalergi”, il piano di sostituzione etnica degli europei con una popolazione meticcia, più facilmente manipolabile dai poteri dell’alta finanza. A guidare e finanziare il complotto ci sarebbe George Soros, il finanziere ebreo.

Soros è stato denunciato da Forza Nuova per attentato alla sicurezza dello Stato perché finanziatore di pericolose Ong che salvano i migranti in mare (quindi complici della sostituzione etnica) ed è stato pubblicamente sfidato (processato?) dalla stessa compagine politica.

Marginale e sottoculturale? Può essere. Di sicuro, però, non è stato marginale il dibattito pubblico sulle Ong tuttora in corso, che ha introdotto nell’opinione pubblica l’idea che le Ong siano complici dei trafficanti. L’ha sostenuto anche il procuratore Zuccaro, facendo sempre riferimento a un “piano” per «destabilizzare l’economia italiana»:

A mio avviso alcune ong potrebbero essere finanziate dai trafficanti e so di contatti. Un traffico che oggi sta fruttando quanto quello della droga. Forse la cosa potrebbe essere ancora più inquietante. Si perseguono da parte di alcune ong finalità diverse: destabilizzare l’economia italiana per trarne dei vantaggi. Se l’informazione è corretta, questo corto circuito non si può creare salvo per effetto di persone che vogliono creare confusione.

Così come non è stato marginale il risultato elettorale della Lega Nord, il cui leader utilizza le stesse identiche parole e la cui comunicazione si basa sullo stesso frame. Fare un giro su YouTube potrebbe essere d’aiuto.

Così come non è marginale ciò che va in onda su La7 in prima serata. La trasmissione è “La Gabbia”, condotta dall’attuale senatore del Movimento 5 Stelle Gianluigi Paragone, il servizio è “Il piano della Boldrini per la grande invasione”, che sarebbe proprio il “Piano Kalergi”.

Carioti sostiene, poi, che #Antifa veicoli “un’ideologia di sinistra radicale” e che “vorrebbe ridurre il tema dell’immigrazione alla dimensione solidaristica e umanitaria”, chiudendo gli occhi “dinanzi ai problemi e ai conflitti, materiali e psicologici, che essa genera”. Saremmo colpevoli, insomma, di essere buonisti, esattamente una di quelle voci che esaminiamo nel Dizionario. Lo fa Cecilia Strada. E lo facciamo in tante voci, smontando i falsi miti sull’immigrazione (“Ci rubano il lavoro”, “Trentacinque euro”, “Invasione”, eccetera). Falsi miti che trovano il loro naturale habitat nel complotto di cui sopra.

Lo scopo di #Antifa non è prendere in esame Casa Pound e Forza Nuova e parlare perciò di pericolo fascista (anche se invitiamo a guardare i voti assoluti ottenuti il 4 marzo e a paragonarli con quelli del 2013: si potrebbe rimanere stupiti). E sfido chiunque a leggere il testo e trovarvi da qualche parte questo argomento: come dicevo, Forza Nuova è citata solamente una volta.

Lo scopo di #Antifa è diverso e diametralmente opposto, e consiste – nel nostro piccolo – nel prendere in esame le abitudini linguistiche più diffuse. «Le abitudini linguistiche – scrive sempre Eco ne “Il fascismo eterno” – sono spesso sintomi importanti di sentimenti inespressi». Ecco.

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